13 ottobre 2015

LA TRISTE STORIA DELLE ALFA ROMEO MAI NATE.

Voglio iniziare dedicando questo articolo a tutti gli Alfisti che, hanno stampato nel cuore l’emblema del Biscione.

La storia dell’Alfa Romeo è ricchissima di modelli a parer mio veramente fantastici che però, purtroppo non sono mai entrati in produzione.

Quante volte sarà capitato a voi Alfisti sfegatati di dire o pensare: ” Ma come mai L’Alfa Romeo non ha mai prodotto questo modello?”

Ebbene
questo articolo nasce proprio con la voglia di ricordare tutti quei modelli che avrebbero potuto ricevere una gratificazione immensa da parte degli appassionati del Brand se solo fossero mai entrati in produzione, quasi tutti modelli dal design unico, emozionante, accattivante ed all’avanguardia tecnica e stilistica in riferimento all’epoca di progettazione: Insomma vere opere d’arte su ruote rinchiuse tristemente in un passato che mai è riuscito a dar loro l’evidenza che avrebbero più che meritato.

Perché Modelli con caratteristiche così “prepotenti” non sono poi mai entrati in produzione?

Questa è la domanda che da sempre affligge i pensieri dei più appassionati del settore.
Di fatto non esistono e non sono mai esistite informazioni ufficiali a riguardo, ma come tutte le case automobilistiche, anche l’alfa Romeo ha progettato svariati modelli che poi non sono mai entrati in produzione.
E’ risaputo che lungo la sua difficile storia il Marchio Alfa si è trovato a più riprese in periodi di crisi economica, che hanno indubbiamente stroncato ogni speranza di produzione di alcuni modelli.
Queste decisioni da parte degli esperti delle analisi di mercato che lavoravano all’interno dell’azienda, hanno decretato che determinati modelli si sarebbero venduti difficilmente (o quasi per nulla) ed ecco che la lista delle Alfa Romeo mai nate si è arricchita parecchio nel corso degli anni.
Di seguito potrai trovare tutti i modelli mai entrati in produzione in ordine cronologico.

40/60 HP Aerodinamica – 1914.

Iniziamo con la più anziana tra tutte. Fu progettata da Giuseppe Merosi ed il suo nome è 40/60 Hp Aerodinamica, nata nel 1914 è tra le prime Alfa Romeo della storia: questa vettura, chiaramente ispirata alla forma di un dirigibile, viene da molti considerata come la prima monovolume della storia. Era dotata di un motore a sei cilindri di 6.082 cm³ con una potenza di circa 70 CV a 2.200 giri che le consentiva di raggiungere una velocità massima di quasi 150 km/h, risultato veramente notevole se si pensa all’epoca in cui fu prodotta!
Il Propulsore si differenziava da quelli precedenti per la presenza di valvole in testa invece di quelle in posizione laterale.
La rimanetene configurazione meccanica prevedeva due carburatori, accensione con magnete ad alta tensione, trasmissione a giunto cardanico e cambio a quattro marce. Il motore era posizionato nell’anteriore, mentre la trazione era affidata alle ruote posteriori.
Questa vettura fu espressamente richiesta su commissione dal conte Milanese Marco Ricotti.
Una replica della vettura, realizzata negli anni 70, è visibile al museo storico Alfa Romeo di Arese.

6C 2500 SS Supergioiello – 1950

Questa Alfa Romeo è un esemplare finemente ristrutturato delle sole quattro ‘Supergioiello’ costruite da Ghia nel 1950. Meglio ancora, delle 4 costruite, 3 sono state costruite sul telaio standard Alfa Romeo, mentre questa era l’unica costruita su un più avanzato telaio tubolare prodotto da Gilco di Milano. Quelli che non hanno familiarità con questa società avranno sentito senza dubbio nominare il nome del suo titolare, Gilberto Colombo. Columbo sarebbe ovviamente continuato a essere uno dei protagonisti nella progettazione e costruzione Ferrari e Maserati attraverso il telaio degli anni Cinquanta.

LE 3 BAT – 1953, 1954, 1955.

Tra i prototipi più originali ed all’avanguardia tecnica del Brand non potevo non citare le 3 BAT (Berlinetta Aerodinamica Tecnica) Presentate al Salone di Torino tra il 1953 e il 1955.
Contattato direttamente dall’Alfa Romeo, Giuseppe Bertone ricevette l’ordine di realizzare tre vetture. L’idea era quella di realizzare appunto tre auto con il minor coefficiente aerodinamico possibile. I tre prototipi furono caratterizzati da paraurti posteriori di grandi dimensioni, sormontati da pinne ricurve, realizzati sul telaio dell’Alfa Romeo 1900.
Le auto raggiunsero l’obbiettivo preposto, garantendo un coefficiente aerodinamico pari a 0.19.
Vediamole ora nello specifico.

BAT 5

Fu la prima a comparire, nel 1953 al Salone dell’Auto di Torino. La forma del suo frontale è precisamente studiata per annullare le turbolenze aerodinamiche alle alte velocità.
Questo accorgimento, insieme ad altri riguardi progettistici, consentirebbero alla BAT 5 di raggiungere i 200 km/h con un motore a 4 cilindri di circa 90 CV. La BAT 5 poteva vantare un Cx (coefficiente aerodinamico) di 0.23.

BAT 7

Fu la seconda BAT esposta al Salone dell’Auto di Torino, e correva l’anno 1954: un anno dopo la precedente. Il design della BAT 7 è un chiaro richiamo agli stilemi del precedente modello portati al limite.
Il frontale è un’evoluzione di quello creato sulla BAT 5. Qui il Cx raggiunse il valore di 0.19

BAT 9

Terza ed ultima vettura presente nel progetto BAT. Fu presentata, sempre al Salone dell’Auto di Torino, nel 1955.
Il suo design è una chiara intenzione di mostrare che gli sviluppi del progetto BAT potevano trovare sfogo in una produzione su larga scala.
Le tre concept sono ora esposte al Blackhawk Museum di Danville.

BAT 11

Ma, nel titolo non c’era scritto ” Le 3 BAT”? Perché quindi ora ne compare una quarta?
Si in effetti è proprio così, in origine le BAT furono solamente 3. Almeno se le si raggruppa per periodo storico. Mi spiego meglio:
Nel 2008, fu presentato al Salone di Ginevra il prototipo BAT 11 realizzato sulla meccanica dell’Alfa Romeo 8C Competizione.
Questo modello riscosse decisamente meno successo delle sorelle più anziane.

Tipo 103 – 1960

Visto il successo ottenuto dalla Mini in quegli anni, ad Arese decisero di realizzare un’auto a trazione anteriore. Fu così, che nel 1960 nacque la Tipo 103, e, nella seconda metà del 1962 vennero eseguiti i primi test su strada: la Tipo 103, del peso di 720 kg, riusciva a sviluppare 49 CV e raggiungeva la velocità di 139 km/h. La Giulia del 1963, della 103 ne riportava soprattutto lo stile, mentre alcuni elementi della base meccanica vennero utilizzati qualche anno dopo per sviluppare l’Alfasud (che venne prodotta nel 1972).

Super Flow IV – 1960

Un ennesimo prototipo ingiustamente dimenticato.

2600 Coupè Speciale – 1963

Questa è un’auto a dir poco fantastica. Una linea pulita ed essenziale che avrebbe assolutamente riscosso un enorme successo se solo fosse mai stata commercializzata. I motivi di questa, a parer mio, stupida decisione sono tutt’oggi sconosciuti.

Canguro – 1964

L’Alfa Romeo Canguro è una Concept Car disegnata da Giorgetto Giugiaro . L’auto si basa sul telaio di una Alfa Romeo TZ e mostrato al Salone di Parigi del 1964 . Il corpo è realizzato in vetroresina anziché alluminio . Il motore è un 1750 cc in grado di erogare 112 CV.

Giulia 1600 Sport – 1965

Questo speciale modello porta la firma di Pininfarina, uno dei carrozzieri che hanno maggiormente collaborato con il Brand Alfa Romeo. Basata sulla Zagato TZ2, la sportiva di casa Alfa prodotta in piccola serie, venne presentata al pubblico nel 1965, in occasione della 47° edizione del Salone di Torino. Questa speciale Giulia aveva il telaio tubolare e la carrozzeria in alluminio, soluzioni avanzatissime per l’epoca che permisero di contenere i pesi intorno ai 700 kg.

Giulia SS – 1965

Sarebbe dovuta essere la sostituta della Giulia SS, uno dei modelli più rappresentativi del marchio Alfa in quell’epoca. Questa “Sprint Speciale” era stata commissionata a Bertone, ma alla fine i vertici di allora decisero di non produrla in serie. Oggi l’unico esemplare di quest’auto prodotto è quello esposto al Museo dell’Alfa Romeo ad Arese.

33 Carabo – 1968

La Carabo è una speciale coupé che condivide telaio e meccanica con un mito di casa Alfa Romeo, la Tipo 33.
Presentata nel 1968 al Salone dell’auto di Parigi, la Carabo aveva come punto di forza l’aerodinamica. Per questo era alta solo 99 cm da terra. Il suo progettista, Marcello Gandini, ai tempi alla Bertone, sperimentò su questa vettura le portiere con apertura verso l’alto, una soluzione che debutterà in seguito sulla Lamborghini Countach.
Il motore era un 8 cilindri a V da 1.995 cm³ , in grado di sprigionare 230 CV a 8.800 giri.

P 33 Roadster G.S. – 1968

Presentato al Salone di Torino nel 1968, anche questo prototipo si basava sulla Alfa Romeo 33 Stradale.
Si può quindi dire che la 33 Stradale ha fatto da genitore per diversi progetti.
Disegnata da Pininfarina, quest’auto aveva un piccolo parabrezza pensato per favorirla in termini di aerodinamica insieme alla grande ala posteriore e, a detta dei progettisti, deviare l’aria dal viso dei passeggeri.
Lo scenico alettone posteriore della P33 Roadster G.S., oltre a ridurre le turbolenze, aveva anche il compito di fungere da roll-bar in caso di ribaltamento.

P 33 Coupè – 1969

Anche questo modello condivideva la meccanica con la Tipo 33. Venne presentata a Torino nell’ormai lontano 1969 ed era caratterizzata dal frontale concavo e le portiere ad “ala di gabbiano” con i finestrini che arrivavano fino al tetto della vettura. Grazie a questo accorgimento, la coupé disegnata da Leonardo Fioravanti poteva vantare di avere il tetto trasparente.

33 Iguana – 1969

Un altro prototipo della lunga serie che venne presentato a Torino.
Fu l’anno 1969 ed il prototipo ancora una volta era basato sulla Tipo 33. Questa vettura, disegnata da Giugiaro,
avrebbe dovuto essere prodotta in una piccola serie e si caratterizzava per la carrozzeria satinata. Con 230 CV,
montava un due litri V8 in posizione centrale (lo stesso della Carabo).

1750 GT Italdesign – Fine ’60

L’Alfa Romeo 1750 GT Italdesign fu presentata per la prima volta all’esame del Centro Stile dell’Alfa Romeo alla fine degli anni ’60.
Ad un occhio ben attento l’auto, con il padiglione molto luminoso e dominato da linee curve appare però più in linea ad una berlina fast-back che a una coupè (non a caso alcune idee sarebbero state riprese per l’Alfasud berlina).

33 Cuneo – 1971

La 33 Stradale si è confermata un’ottima base di partenza per i prototipi Alfa Romeo come abbiamo potuto vedere fin’ora in questo articolo, realizzati non solo dalla Pininfarina. Questa Cuneo, che venne presentata nel 1971 al Salone di Bruxelles, trovò un grande apprezzamento tra il pubblico, merito delle sue linee spigolose, a quel tempo considerate molto innovative successive a quelle curve e sinuose tipiche degli anni ’60.

Alfetta Spider – 1972

Questo prototipo è quello che, forse, più si avvicina all’aspetto di un’auto di produzione. Disegnato anch’esso da Pininfarina, doveva essere la versione sportiva della famosissima Alfetta allora appena presentata. Venne mostrata al Salone di Torino nel 1972 e condivideva la meccanica proprio con l’Alfetta.

GT 2000 Junior Z Periscopica – 1972

Prototipo del 1972. Su questo modello non ci sono molte informazioni certe tranne che venne prodotta in un unico esemplare. Ha motore posteriore trasversale e venne costruita sulla base della coupé compatta Junior Zagato.

Eagle – 1975

La Eagle rappresenta il primo tentativo di inserire, senza rovinare lo stile Alfa, un roll-bar fisso su una spider per aumentare la sicurezza dei viaggiatori in caso di ribaltamento.
L’azienda incaricata per la progettazione dell’auto, la Pininfarina, afferma che l’obbiettivo di questo prototipo era più pratico che estetico.
Infatti in quegli anni, le restrizioni USA non permettevano la commercializzazione di auto Cabrio totalmente aperte e l’Alfa Romeo chiese appunto alla Pininfarina una soluzione per risolvere il problema.

Caimano – 1976

Basata sulla meccanica dell’Alfasud, questa sportiva disegnata da Giorgetto Giugiaro montava il motore “boxer” da 1.6 litri e 63 CV di potenza. Venne utilizzato questo motore (ovviamente sottodimensionato per un auto di questa categoria) solo ed esclusivamente per non aggiungere costi di progettazione inutili in quanto l’auto è nata senza alcun proposito commerciale.
La Caimano si caratterizzava per il grande parabrezza tutt’uno con le portiere che si apriva per far entrare e uscire i passeggeri.
Se il sole non picchiava troppo forte, la Caimano, secondo l’Alfa Romeo, poteva essere una vettura piuttosto confortevole.
Il problema si presentava con il sole a picco: il grande parabrezza, che non offriva la possibilità di aprirsi durante la corsa, portava la temperatura dell’abitacolo a livelli che potevano diventare insopportabili.

Navajo – 1976

La Navajo, concept car prodotta dall’Alfa Romeo , fu presentata al Salone dell’automobile di Ginevra nel marzo del 1976. Era basata per l’ennesima volta sulla 33 Stradale. La carrozzeria in fibra di vetro di cui era composta contribuiva al fattore di punta del modello: La leggerezza.  L’automobile era equipaggiata con un motore  1995 cc  V8 con doppio albero a camme in testa. Erogava 233 cavalli di potenza a 8800 giri al minuto.

New York Taxi – 1976

Si ritiene che il primo mini-van per passeggeri del mondo sia stato il Renault Espace (1984). Tuttavia, è possibile richiamare la Nissan Prarie del 1981, o il Chrysler Voyager. Tuttavia gli italiani hanno mostrato il loro concetto di monovolume già nel 1976! E ‘stato il Taxi Alfa Romeo di New York.
Con una lunghezza di soli quattro metri (cioè, più di un metro meno dell’allora Taxi di New York) quest’auto, oltre al conducente, può ospitare cinque passeggeri e loro bagagli. Il tetto era di vetro, in modo che i turisti potessero ammirare i grattacieli, e per passeggini e carrozzine fu dotato di una rampa retrattile.

Zeta 6 – 1983

Presentata nel 1983 al Salone di Ginevra , la compatta 2+2 Zeta 6 si è basata su Alfa Romeo GTV6 con motore 2.5 V6. La Zeta 6 è stata disegnata dall’azienda Zagato, più precisamente del capo stilista Giuseppe Mittino.

Delfino – 1983

La Delfino, fu vista la prima volta al Salone dell’automobile di Ginevra nel 1983. Progettata da Bertone, era basata sulla meccanica dell’Alfa 6. Il modello era dotato di un motore V6 da 2.492 cm3 , che erogava 158 CV di potenza a 5600 giri.

Alfetta Break – 1984

Un render di una possibile Alfetta Station Wagon mai entrato in produzione.

33 di Giugiaro – 1984

Quando venne l’ora di sviluppare la sostituta dell’Alfasud, furono messi in competizione per il design sia il centro stile Alfa Romeo che l’Italdesign. Alla fine la proposta di Giugiaro venne scartata.

75 Station Wagon – 1986

Venne pensata una variante della 75 con carrozzeria Station Wagon, su cui gravò la decisione di non essere mai prodotta in serie.


Il motivo di tale decisione fu, che all’epoca, le Station Wagon erano considerate mezzi da lavoro. I pochissimi esemplari prodotti vennero utilizzati per un breve periodo come auto di servizio dall’Alfa Romeo.

Vivace Coupè e Spider – 1986


Questo prototipo nasce dalla necessità di sperimentare nuovi studi che esplorano, dal punto di vista formale i tratti tipici di Alfa Romeo: sportività, leggerezza, aerodinamica, compattezza.

La versione spider possiede molti elementi in comune con la coupé.

164 Station Wagon – 1988

Pensato inizialmente per il mercato USA, Come per i prototipi delle 75 e 155 Station Wagon anche questo, non venne mai messo in produzione.

Proteo – 1991

L’ Alfa Romeo Proteo è un prototipo di coupé-cabriolet presentato dall’Alfa Romeo nel 1991.
Con la Proteo L’Alfa sperimentò la meccanica delle quattro ruote sterzanti e la presenza di un tettuccio ripiegabile del tutto trasparente.


Nonostante il buon riscontro del pubblico l’auto non venne mai prodotta in serie, ma detterà i canoni stilistici della GTV del 1995.

RZ Speedster – 1992

Venne progettata anche una versione Speedster dell’Alfa Romeo RZ, ma viste le analisi di mercato poco soddisfacenti fu accantonato il progetto.

155 Station Wagon – 1993

Anche per questo modello molto accattivante valgono le stesse considerazioni fatte per la sua “sorella” più anziana la 75.

Nuvola – 1996

L’Alfa Romeo Nuvola è stata presentata al Salone di Parigi nel 1996.
L’intento di questo modello fu quello di “esplorare” l’idea di reinterpretazione dell’ormai vecchio ma pur sempre glorioso stile Alfa in chiave moderna.

Con una lunghezza di 428 cm ed una larghezza 186 cm aveva proporzioni da vera sportiva, merito anche della trazione integrale e del motore 2,5 litri biturbo da 300 CV in grado di lanciarla ad una velocità di 280 km/h.

Scighera – 1997

Progettata dall’azienda Italdesign di Giugiaro nel 1997, era direttamente derivata dalla 164 ma con la carrozzeria in alluminio e fibra di carbonio. La vera potenzialità era però sotto il cofano: il motore 3.0 biturbo V6 da 400 CV la spingeva a 300 km/h con uno scatto da 0 a 100 km/h in 3,7 secondi.
Insomma una vera Supercar malinconicamente dimenticata.

Sportut – 1997

Alfa Romeo Sportut del 1997 disegnato da Bertone. Un prototipo di SUV compatto basato sull’ Alfa Romeo 145. Anche se è stato concepito per la produzione, non verrà mai prodotto.

Spider Monoposto – 1998

Variante della Spider  mai entrata in produzione.

156 Shooting Brake – 1998

Quella che puoi ammirare nell’immagine qui sopra fu una delle proposte di stile per la 156 Sportwagon.
Anticipa chiaramente le linee delle Shooting Brake più moderne (Mercedes CLA e CLS ad esempio).

Dardo – 1998

Presentata nel 1998 al Salone di Torino, venne progettata da Pininfarina, liberamente ispirata dalla 156.
E’ stato un progetto di ricerca che ha evidenziato alcune delle migliori qualità delle auto italiane : la sportività , l’immaginazione , la tecnologia e le prestazioni .

Bella – 1999

Un prototipo coupé sportivo con le caratteristiche meccaniche dell’Alfa Romeo 166. Le Alfa sono un tema ricorrente per Bertone, derivante dalla sua più profonda e più forte radice che si estende indietro nel passato. I nomi che vengono subito in mente sono l’Alfa Romeo Giulietta Sprint degli anni Cinquanta, il coupé Alfa GT degli anni Sessanta e la coupé Alfa Montreal degli anni Settanta, i modelli che hanno segnato l’inizio dello stile italiano Gran Turismo.
Con Bella Bertone ha voluto esplorare una nuova formula che permette di ottimizzare lo spazio delle cosiddette 2 + 2. Bella è un elegante coupé piena di gioia, una coupé che si adatta con grande versatilità a tutte le esigenze e situazioni, con una forte personalità e l’aspetto focoso. Possiede un motore 3 litri a 6 cilindri e 166 KW di potenza.

Centauri Spider – 1999

La Centauri Spider è stata progettata nel 1999 da un gruppo di giovani progettisti che lavorano presso il Dipartimento di Fiat per il Design Sviluppo e Innovazione auto nei pressi di Milano.
Il telaio è in alluminio e la cabina di guida è realizzata con leghe leggere, il motore 3.0 V6 Alfa è visibile sotto il corpo traslucido, e la vettura dispone di un volante che incorpora il cambio.

Vola – 2001

Fioravanti ha fatto il suo suggerimento applicando un nuovo concetto di tetto rotante con una soluzione innovativa ed estremamente semplice. Un altro aspetto interessante è che se la copertura è aperta o chiusa c’è una lieve variazione del baricentro della vettura.

Kamal – 2003

La Kamal è stata concepita come una sport utility di segmento C. Il pianale era quello della performante 147 ed il prototipo montava il 3,2 litri V6 da 250 CV della 147 GTA.

Visconti – 2004

Fu mostrata per la prima volta al Salone di Ginevra del 2004, come una proposta per l’erede della 166.
Sebbene non sia mai entrata in produzione, questa Alfa Romeo ha anticipato le linee delle berline con andamento del tetto da coupé, un tipo di carrozzeria che abbiamo poi potuto vedere, per esempio, sulla Mercedes.
Una curiosità: il nome della Visconti venne scelto perché il Biscione presente sul logo Alfa Romeo era lo stesso utilizzato per lo stemma della casata dei Visconti.

149 – 2005

Questo modello, nominato inizialmente 940 B, dovrebbe essere stato il sostituto della 147, scartato poi in favore dell’odierna Giulietta.

159 GTA & Brera GTA – 2005

Verso la fine del 2005 vennero studiate le versioni super sportive dei modelli 159 e Brera, che si sarebbero dovute chiamare GTA.
Le indiscrezioni che giravano a riguardo suggerivano che il motore doveva essere un 3.2 litri V6 biturbo di derivazione Maserati con una potenza prossima ai 405 cavalli uniti a trazione integrale.
Il prezzo di vendita vicino ai 70.000 Euro.

GT Cabrio – 2005

Fu realizzata in un solo esemplare che fu poi abbandonato per presentare quella che poi divenne la Spider su base Brera.

Diva – 2006

Presentata al Salone di Ginevra del 2006, la Diva doveva rappresentare la reincarnazione in chiave moderna della Tipo 33 Stradale del ’67.
Nonostante l’interesse degli appassionati, questo prototipo realizzato in collaborazione con il carrozziere svizzero Sbarro, non ebbe mai un futuro produttivo.

Mito GTA – 2009

Presentata nel 2009, la Mito GTA era una versione alleggerita ed aggressiva della Mito poi realmente entrata in produzione. Sotto il cofano aveva il 1750 TBi dell’odierna Giulietta Quadrifoglio Verde unito a modifiche aerodinamiche, freni maggiorati, assetto ribassato ed interni allestiti in modo specifico.

Gloria – 2013

Al Salone di Ginevra 2013 l’Istituto Europeo di Design (IED) presenterà la Gloria Concept, uno studio di design realizzato in collaborazione con Alfa Romeo.
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