A proposito della vittoria di Nuvolari-Guidotti alla 1000 Miglia del 1930, con la leggenda dei fari spenti o dei trucchi a sfavore di Varzi che ha acceso discussioni e fantasie per circa settant’anni, ci fa piacere riportare una cronaca, mai smentita, del 1933 e cioè esattamente di tre anni successiva all’evento, con tutti i protagonisti ancora in vita ed in piena attività, perfettamente in grado quindi di smentire o meno l’accaduto.
Ce la racconta il giornalista Carlo Brighenti della Gazzetta dello Sport, del Secolo d’Italia, ecc.(con le testuali parole di Jano e Nuvolari): “All’Alfa, misurando
tutta l’importanza di una vittoria clamorosa a quella Mille Miglia, viene deciso che la vittoria individuale non interesserà, ma soprattutto si mirerà alla vittoria di squadra, alla vittoria schiacciante! Di conseguenza non si decise, come erroneamente venne scritto, chi dell’Alfa doveva vincere quella corsa. Fino al secondo passaggio da Bologna la lotta doveva essere lotta di squadra, non lotta di singoli. Dopo Bologna, quando gli avversari riuscissero sgominati, i piloti sarebbero stati liberi di risparmiare se stessi, ma chiedere tutto alla macchina. Chi andava di più avrebbe così avuto partita vinta. Poteva essere Varzi, come Nuvolari, come Campari, come anche Ghersi. Questa è la sagomatura tattica del piano di battaglia dell’Alfa che molti, scrivendo di Mille Miglia, han dimostrato di ignorare.
A Bologna, dove con l’on. ing. Gianferrari e con il comm. Jano, è stabilito lo stato maggiore dell’Alfa, Nuvolari piomba al secondo passaggio come una folgore. Ha bruciato tutti. Su Varzi ha ben 7’ di vantaggio. ‘Non ci devono essere lotte con Varzi, neh? – gli dicono Gianferrari e Jano – Se lorsignori me lo ordinano, io mi metto su quella sedia lì e aspetto che me lo dicano lorsignori di partire – risponde il mantovano accendendosi una sigaretta’.
Lo lasciano andar via dopo un ultimo ammonimento, soprattutto di non rischiare la pelle. Varzi che era partito con 10’ di vantaggio ne ha ancora 3’ ed è innanzi, sulla strada che porta al Veneto. È notte, i fanali rompono l’ombra cupa sull’Adriatico, dei lampi di temporale… Ferrara è vicina… la folla assiepata sui cigli della strada grida il nome di Nuvolari… Varzi ha lo svantaggio dell’inseguito… A Desenzano (Nuvolari) piomba su Varzi e gli chiede strada e Varzi, sempre gentiluomo, gli dà il passo. Nuvolari ha vinto la sua Mille Miglia in modo trionfale. Più tardi Campari richiesto di un parere sulla corsa, dichiarò: ‘No, no, credete, stanotte per battere Nuvolari ci voleva il diavolo. E, forse, non ci sarebbe riuscito neanche lui’. Nuvolari era in quello stato di grazia… consentita ai più grandi campioni dello sport”.
Lo stesso Canestrini ritenne piuttosto inutile la “manovra dello spegnimento dei fari in quanto il superamento avvenne all’alba, alle 5.20, mentre il sole stava sorgendo” confermato peraltro in questa sua certezza dallo stesso meccanico di Varzi, Canavesi, in una bella intervista a Giorgio Terruzzi. Di analogo avviso è sempre stato anche Giovannino Lurani nei suoi scritti e nei racconti agli amici del RIAR. Gianbattista Guidotti amava invece ricordare che fu lui ad aver l’idea di girare la chiave nel quadro e spegnere i fari...
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Fonte: RIAR
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